Team Yumi. Thanks to Clelia Carvelli
Quello che sta avvenendo, esattamente in questo momento, è il più grande fenomeno di dimissioni di massa al mondo, il Great Resignation, che solo in Italia ha visto 800.000 lavoratori dipendenti rassegnare le loro dimissioni nel 2021.
Per questo ci siamo posti delle domande concrete: chi ha la più alta probabilità di lasciare un’organizzazione? Come vive la propria giornata lavorativa ogni indidivuo? Ci sono differenze di genere, seniority, generazione?
Yumi si è fatta una sua idea precisa in merito. Grazie ai dati raccolti nel 2021.
I dati alla base del report Energy at Work 2021 realizzato da Yumi
si basano sull’esperienza in app di circa 1.800 persone in 9 aziende Corporate differenti, tutte attive in Italia da gennaio a dicembre 2021. Diversi i settori di provenienza: Energy, Banking, Manifatturiero, Consulting, Advertising, Pharma.
Per circa 14.000 giorni, il nostro campione ha attribuito un mood e le relative motivazioni alle giornate lavorative.
Cosa è emerso?
Che cos'è Yumi?
Yumi è una piattaforma di ingaggio finalizzata alla crescita di individui e team all'interno di un contesto aziendale. Permette di generare dati dalle esperienze di lavoro quotidiane (meeting, feedback, rewarding, suggerimenti) e li aggrega insieme per fornire a individui, team e management insight utili alla crescita.
In questo articolo ci concentriamo sulla valutazione della esperienza di lavoro quotidiano, che Yumi registra con la funzionalità chiamata "Review your day". Ogni giorno Yumi chiede ai propri utenti: “Com’è andata la giornata?”. Con pochi clic, l’applicazione li guida in una riflessione sull'esperienza appena trascorsa, sui fattori che l’hanno caratterizzata e sui colleghi con cui condividere il proprio «diario quotidiano».
Tutte queste informazioni – aggregate in base al network con cui ciascuno collabora – vengono restituite singolarmente alle persone (Energia del team, Mood-factors più rilevanti da considerare) in modo da permettere loro di regolare il proprio comportamento, stimolando empatia e collaborazione.
Non si tratta di dati raccolti da una survey o di un’indagine sul clima aziendale in cui l’utente fornisce informazioni all'organizzazione in una logica estrattiva.
Al contrario, utilizzando Yumi è l'individuo il vero protagonista del dato, nonché il primo a poterne trarre vantaggio: ha accesso a un’immediata elaborazione e a un confronto tra il proprio mood e quello del proprio team e della propria community aziendale.
Gli utenti possono contrassegnare la propria giornata non solo segnalandone il mood, ma anche le motivazioni utilizzando degli sticker qualitativi. Gli sticker si basano su un modello concettuale che spazia tra i vari ambiti dell’esperienza lavorativa: relazionale, emotivo, ambientale/organizzativo e realizzativo. Tutto questo consente di individuare il livello di energia delle diverse giornate e i fattori più determinanti che lo definiscono.
Risultati e insight generati
I risultati generati sono sorprendenti: il 79% delle giornate dei nostri user sono state contrassegnate in maniera positiva, mentre il 21% in maniera negativa. Il dato è in contrasto con alcune indagini di clima sull’engagement in Italia (Gallup, 2020), che si attesta al 5%.
Come è possibile interpretare questo dato?
In primo luogo, si potrebbe assumere che i risultati si modifichino in base alla modalità con cui vengono rilevati e raccolti i dati. Nell’indagine di clima, infatti, non c’è vantaggio o scambio di valore a favore del lavoratore che la compila, e ciò potrebbe essere causa di un livello di frustrazione che inevitabilmente andrebbe a impattare sui dati raccolti.
Yumi, dal canto suo, adotta un metodo diametralmente opposto: la «spinta gentile» è verso una riflessione personale da condividere con i propri collaboratori, con il proposito di migliorare il proprio ambiente di lavoro e il proprio team.
Zero imposizioni. Solo un atto riflessivo e di autoconsapevolezza.
In secondo luogo, si potrebbe considerare come rilevante il momento della rilevazione: se dopo un’esperienza seguisse sempre uno spazio di riflessione, quale potrebbe essere l’impatto? Valutare un’esperienza nell’immediatezza consente di considerare diverse variabili con maggiore accuratezza. Se ogni giorno si fosse incoraggiati a riflettere su com’è andata la giornata e, dunque, a costruire uno spazio di consapevolezza, si potrebbero avere valutazioni dell’esperienza lavorativa più informate e calibrate.
Data la rilevanza dell’esperienza quotidiana, in che modo può essere utilizzata per valutare l’engagement? Yumi consente esattamente questo processo, creando un’abitudine e uno spazio di consapevolezza quotidiano. Si pensi all'impatto di una tale azione, ripetuta nel tempo, sulle giornate negative (rilevate nel 21% dei casi). Ciò porterebbe ad una riflessione sugli aspetti della giornata che effettivamente ostacolano la riuscita del proprio lavoro e comportano frustrazioni e bassi livelli di energia ed engagement.
Segmentazione dei risultati: le differenze di genere e il confronto generazionale
Se l’esperienza quotidiana è per lo più positiva, possiamo considerare la perdita di ingaggio come una perdita di dimensione di senso che coinvolge aspetti valoriali più profondi? L’investimento delle aziende negli ultimi anni è stato direzionato all’attribuzione di task coerenti ed equilibrate. Tuttavia, la dimensione più profonda di attribuzione di senso potrebbe guidare l’engagement in maniera più significativa.
Dal campione Yumi emerge come siano i Baby Boomer e la GenZ ad avere giornate più positive e, complessivamente, come siano gli uomini ad avere un livello di ingaggio maggiore delle donne (+21%). Al contrario, sono i Millennial in azienda da più di quattro anni, in particolare se donne, a vivere giornate più negative. Dato che non deve sorprendere: i Millennial si trovano in una fascia generazionale per cui iniziano un ciclo di disillusione, con meno opportunità di avanzamento veloce rispetto a quelle promesse al loro ingresso in azienda. Fanno più fatica.
L’importanza dell’autonomia per i Millennial e della direzione per i Baby Boomer
Quali sono le motivazioni attribuite dagli user di Yumi rispetto all'andamento delle giornate? Sembra che lavorare in un contesto che concede autonomia, con una direzione chiara e in squadra con gli altri, impatti maggiormente nelle giornate positive. Sul tema, i dati evidenziano un distinguo interessante tra due generazioni diverse: avere un obiettivo chiaro è di particolare rilievo per i Baby Boomer, mentre per i Millennial risulta fondamentale l’autonomia.
Questo fenomeno non sorprende, se si pensa alla crescente complessità delle organizzazioni: i Baby Boomer sono entrati a farne parte quando i livelli di complessità erano minori, gli obiettivi erano più chiari e le strutture per lo più a silos. I Millennial, invece, vivono in autonomia, hanno destrezza con l’agile, sono più flessibili. Stress e tensione, intoppi, sconforto, in un contesto confuso e con alti carichi di lavoro, sono le principali motivazioni scelte nelle giornate negative. Se i Baby Boomer sono molto più focalizzati sui task e scelgono l’intoppo come causa impattante nei momenti di difficoltà, i Millennial pongono maggiore attenzione alla qualità dell’energia dell’ambiente in cui vivono e segnalano stress e tensione tra le principali cause di malessere.
In questo contesto, cosa possono fare i leader?
Dovrebbero aumentare capacità energetica e, soprattutto, la qualità di tale energia. Alti livelli di intensità, non accompagnati da altrettanta qualità, rischiano di produrre un’energia corrosiva, spesso sofferta dai Millennial, come confermato dai dati di Yumi.
Gallup (2020) evidenzia come il 70% dell’engagement dipenda dai manager. Un dato che sottolinea la centralità dei leader nelle organizzazioni. Tuttavia, alcuni dati di Yumi sembrano confermare solo in parte questa centralità: infatti, grazie alla network analysis, Yumi riesce a ricostruire anche le reti sociali alla base degli scambi che avvengono in app, in particolar modo nei casi in cui i colleghi si citano a vicenda.
Da tali analisi emerge che non sempre i nodi di energia negativa sono riconducibili ai Team Leader. Condizioni di bassi livelli di engagement sembrano verificarsi localmente e sprigionarsi tra i contatti circostanti. Anche in questo caso, Yumi consente di osservare l’energia nel contesto lavorativo e favorisce un processo individuale di autoregolazione e adattamento.
Verso una rilevazione quotidiana che superi i bias delle survey
In conclusione, sarà possibile passare da un modello di controllo basato sulle survey a un modello che permetta ogni giorno di comprendere i fenomeni relazionali e sociali endogeni alle organizzazioni?
Ciò consentirebbe non solo di aumentare l’ingaggio, ma anche di programmare e mettere in atto interventi più pertinenti. È evidente come sia necessario generare dati che partano dall’individuo, dati che l’individuo registra per se stesso con consapevolezza. L’affidabilità dello strumento può essere di gran lunga superiore alle survey e, di conseguenza, i ragionamenti su eventuali azioni si baseranno su dati maggiormente affidabili. Inoltre, sollecitare la riflessione sull’esperienza, durante o subito dopo l’esperienza stessa, potrebbe ridurre i bias dettati dalle valutazioni su lungo periodo imposte dalle survey.