Maria Mauriello - SMM in Yumi
Quante volte ti sarà capitato, durante la stesura del tuo curriculum vitae, di inserire tra le competenze, la caratteristica di “teamworking”?
Sai, però, cosa significa?
Quando si parla di team, spesso, si fa riferimento ad un gruppo di individui: questo è un modo semplicistico di interpretare il “lavoro di gruppo” portando ad escludere, pertanto, elementi imprescindibili che il termine stesso contiene, come ad esempio, le personalità e le competenze dei singoli.
L’articolo di Jennifer Porter ci fornisce, però, un puntuale aiuto a fare maggiore chiarezza sul tema:
“To improve your team, First Work on Yourself” HBR - Harvard Business Review.
In breve, questo articolo è una retrospettiva sulla gestione del team che si risolve in tre capacità fondamentali da parte del leader:
AUTOCONSAPEVOLEZZA INTERNA
È il proprio corredo intimo, tutto ciò che concerne la “narrativa interiore”, il perentorio invito di Socrate, quel “conosci te stesso” utile nel comprendere prima noi stessi e poi gli altri.
L’autoconsapevolezza diventa un esercizio quotidiano, un invito alla messa in discussione personale, un costante allenamento con lo scopo di osservare con obiettività i propri comportamenti e, quindi, riuscire a gestire le nostre emozioni in modo proattivo nel rapporto con gli altri.
Non a caso, lo psicologo David Goleman ci illustra come alla base dell’intelligenza emotiva ci sia l’autoconsapevolezza, ovvero sia, quella particolare predisposizione nel capire come le proprie emozioni influenzino le nostre decisioni, aspettative ed atteggiamenti.
AUTOCONSAPEVOLEZZA ESTERNA
È l’impatto che il nostro modus operandi ha sugli altri: riconoscere ed identificare, ad esempio, comportamenti personali scarsamente produttivi che, di conseguenza, arrecano effetti negativi sul team.
In questa fase, fondamentale è la richiesta di un feedback, un “consiglio” puntuale e preciso ai nostri colleghi per ottenere risultati accurati sull’impatto delle nostre azioni con il fine di migliorarle.
RESPONSABILITA' PERSONALE
Riconoscere di essere responsabile dell’inefficacia di un team porterebbe una moltitudine di vantaggi nel gruppo: assumersi, infatti, la responsabilità personale nel risolvere un problema è un piccolo cambiamento di mentalità che conduce al miglioramento della gestione della controversia e ciò gioverebbe sia a livello personale sia a livello di team.
In definitiva, all’interno di un gruppo, dinanzi a delle difficoltà dovremmo adottare i seguenti atteggiamenti:
Le tre capacità sopradescritte convergono, quindi, verso il raggiungimento di un medesimo obiettivo da parte del team migliorando l’efficacia e il funzionamento dell’organizzazione e, infine, consentendo di svolgere il proprio lavoro al meglio.
Essere un team significa far parte di un gruppo in cui viene apprezzata ogni individualità e in cui la condivisione di conoscenze e metodi ne è il fondamentale traino alla produttività.
Ciò che, però, è realmente produttivo non è, pertanto, l’imposizione personale quanto piuttosto il confronto che si esplica in una parola di conforto, di complimento o di consiglio.
Tali accorgimenti sono i principali protagonisti della piattaforma Yumi di continuous nudging.
Crediamo fortemente nell’awareness personale come fondamentale leva nella costruzione di team di successo.
Attraverso l’utilizzo di Yumi, infatti, l’individuo aumenta l’autoconsapevolezza interna ed esterna con l’aiuto di meccaniche peer-to-peer basate sul nudging .
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